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Tutti quotidianamente utilizziamo le emoji, ma in pochi conoscono veramente le origini e il significato di ognuna di esse.

Da dove arrivano le emoji? Quando è opportuno utilizzarle nelle comunicazioni?

 

emoji: la storia

Le emoji sono delle piccole immagini, composte da pochi pixel, che rappresentano momenti della vita quotidiana, divenute popolari in Giappone verso la fine degli anni novanta e successivamente diffuse in tutto il mondo.

Oltre alle emoji, anche le emoticon sono elementi spesso usati all’interno delle chat e SMS, ma è importante differenziarle, in quanto i due termini non sono sinonimi come spesso si pensa, ma indicano due modi diversi di comunicare.

Le emoji, che tutti noi conosciamo, derivano proprio dalle emoticon, create da Scott Falham nel 1982: l’informatico aveva introdotto un sistema per interpretare le comunicazioni all’ università, inserendo : – ) per quelle scherzose e : – ( per quelle serie. Dunque, parlando di emoticon, ci riferiamo a simboli della tastiera che compongono espressioni e stati d’animo, come ad esempio uno smile composto dai due punti e dalla parentesi chiusa : ) .

Messaggio di Scott Falham – Fonte: Twitter

La parola emoji deriva da 絵 e (immagine), 文 mo (scrittura) e 字 ji (carattere) e sono simboli e immagini che rappresentano oggetti, espressioni, animali, sentimenti e tutto ciò che ci circonda, inventate nel 1998 da un impiegato, Shigetaka Kurita, della compagnia telefonica giapponese NTT DoCoMo. L’idea nasce da un’osservazione del giapponese; le persone tendevano a scambiarsi una grande quantità di immagini tramite SMS e questo evidenziava anche una certa difficoltà nell’esprimere emozioni a parole da parte della popolazione giapponese: proprio per questo motivo nascono le emoji. Dall’idea creativa si passò direttamente a grandi aziende come Panasonic e Sharp per dare loro il compito del design delle emoji, ma rifiutarono la collaborazione poichè non credevano potesse essere un’idea di valore. Fu proprio l’impiegato a creare il primo set di ben 176 emoji che ora sono conservate al MoMa di New York, il museo dell’arte moderna.

Fonte: MoMa

Nel 2005 un accordo tra le compagnie telefoniche portò alla standardizzazione della mappa delle emoji per permettere la corretta visualizzazione da diverse tipologie di dispositivo e con il tempo anche cross-platform. Proprio in questo anno, le emoji sono arrivate a quota 800.

Nel 2007, al lancio del primo iPhone, Apple si accorse della diffusione delle emoji, integrandole nel sistema operativo fin da subito, ma solo nei modelli giapponesi, mentre in quelli americani la tastiera delle emoji risultava nascosta e visibile solo tramite l’installazione di un’app. Apple rese ufficialmente disponibili le emoji nel 2011, mentre Android nel 2013.

Tra le più iconiche e utilizzate, troviamo gli smile, semplici faccine gialle che rappresentano gli stati d’animo, ma anche tantissime emoji legate al Giappone, il Paese d’origine, in particolare legate al cibo e alla cultura giapponese come:

  • ???? Sushi 
  • ???? Ramen 
  • ???? Onigiri (polpetta di riso)
  • ⛩️ Torii (cancello rosso all’ingresso dei templi)
  • ???? Monte Fuji
  • ???? Bambole giapponesi (bambole ornamentali che celebrano la buona salute e la prosperità delle bambine in Giappone)
  • ???? Tengu (mostro che rappresenta la rabbia e il male)

Nel 2015 l’emoji ???? è stata nominata dall’Oxford Dictionary come la parola dell’anno: anche se può suonare strano, le emoji sono diventate un vero e proprio linguaggio, che concretizzano dei concetti e delle emozioni che spesso non riusciamo a trasmettere.

Utilizzo delle emoji

Nel tempo, dall’utilizzo delle semplici emoticon si è passati, sempre di più, all’uso delle emoji. Non solo negli ultimi anni sono state oggetto di cambiamento a livello grafico, ma è stata introdotta una quantità infinita di oggetti ed espressioni, proprio per permettere di inviare delle comunicazioni ancora più specifiche e dettagliate. Ad esempio, nel 2012 sono state aggiunte le emoji delle coppie omosessuali, mentre tre anni dopo le emoji multiculturali.

Le GIF

La comunicazione ha subito diverse trasformazioni, così come anche gli strumenti e le modalità per comunicare. Nascono le GIF, animazioni che permettono di esprimere ancora più esplicitamente e senza lasciare dubbi, espressioni ed emozioni di qualsiasi genere. Il lato positivo della nuova introduzione è che spesso le emoji potevano essere fraintese e interpretate in infiniti modi. Con l’invio delle GIF animate, si ha la certezza che la persona che riceverà il messaggio avrà ben presente lo stato d’animo del mittente. Spesso queste animazioni derivano da situazioni di fantasia, cartoni animati, meme oppure scene di film, serie TV o programmi televisivi.

Come utilizzare le emoji nei tuoi messaggi

Le emoji sono molto utili nelle comunicazioni e nei messaggi che desideriamo mandare.
È necessario però tenere a mente che è importante non abusare dell’utilizzo, in quanto il messaggio risulterebbe meno scorrevole, confuso e poco serio.

Le emoji possono aiutare, usate nei giusti contesti e in maniera adeguata, a esprimere un concetto o a concretizzarlo: un’emozione, un luogo o semplicemente una descrizione più precisa di un oggetto o di uno stato d’animo. In alcuni casi, le emoji possono essere all’interno dei messaggi, come accade per gli SMS, per rafforzare il concetto espresso, mentre in altri, possiamo inserirle all’interno delle email, sia nel corpo della comunicazione per dare anche colore a blocchi di testo e concretizzare il contenuto, sia nell’oggetto. Inserire un’emoji nell’oggetto può incuriosire il lettore, ma anche attrarre maggiormente l’attenzione su un’email. È importante differenziarsi da una miriade di messaggi che ogni giorno invadono la casella postale e le emoji possono essere una buona soluzione.

 

Dunque, le emoji non sono così scontate, sono un linguaggio e un vero e proprio strumento di supporto al messaggio che vogliamo inviare, permettendo di rendere chiaro il messaggio e comprendere le nostre emozioni.